Con il Decreto GreenPass, stop allo smart working nei Comuni

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17/09/2021

La normalizzazione delle attività “in presenza” sancita dal Decreto GreenPass coinvolge anche i dipendenti comunali. Oltre all’obbligo di essere in possesso della certificazione, obbligo che vede interessati anche gli amministratori e non solo i dipendenti, la novità è che la presenza fisica sul posto di lavoro torna a essere la regola e lo Smart Working ridiventa l’eccezione, al contrario di quanto stabilito dalle normative che si sono succedute dal febbraio del 2020 per contrastare le ondate epidemiche. A stabilire spazio e modalità del nuovo lavoro agile sarebbero i dirigenti degli uffici, in base alle esigenze organizzative di ogni realtà. Ma quello che emerge anche dalle dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta è che il lavoro in presenza costituisce un elemento per il recupero di competitività sia nel settore pubblico che privato. Il superamento della normativa emergenziale costruita durante il Conte-2 era già stato avviato a fine aprile con il decreto proroghe (Dl 56/2021), che aveva cancellato le percentuali minime di Smart Working (50%, salito poi al 60%) da assicurare ai dipendenti impegnati in attività nelle quali la presenza non è imprescindibile. Con l’introduzione del Green Pass si impone il certificato verde ai dipendenti pubblici in presenza, estendendo le regole già previste oggi per la scuola. E

Al centro delle modalità di lavoro ci sarà l’accordo individuale che garantirà ad alcune categorie il lavoro in smartworking. Allo stesso tempo, andranno individuate la fascia di «operatività», la fascia di «contattabilità» e la fascia di «inoperabilità», relativa al riposo giornaliero delle 11 ore consecutive.

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