Newsletter 263 -
Newsletter 263 -24/06/2021
Relazione ANAC: troppa semplificazione danneggia la concorrenza
Nella relazione annuale al Parlamento il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, segnala le conseguenze legate agli interventi di carattere derogatorio sul codice appalti, anche funzionali alla realizzazione del Pnrr: gli "snellimenti" alle norme sugli appalti, introdotte dai decreti legge Sblocca cantieri e Semplificazioni 1 - e ora confermate e ampliate dal decreto legge Semplificazioni 2021 - ha già prodotto una «sospensione» della concorrenza sul 58% degli appalti di lavori e sul 53% degli appalti di servizi che «inciderà sugli assetti del mercato». Come evidenzia il presidente dell’Autority «Spicca l'aumento del 242% dell'affidamento diretto di lavori fino a 150mila euro registrato nel secondo semestre del 2020. Tale tendenza potrebbe essere addirittura accentuata a seguito dell'emanazione del decreto legge n. 77 del 31 maggio 2021, che ne estende la portata per i servizi e le forniture entro la soglia di 139.000 euro fino al 30 giugno del 2023». Tuttavia, come evidenzia la relazione, nel 2020 i numeri su bandi pubblici contenuti nella banca dati dell'Anac confermano il trend di crescita iniziato nel 2017. «Rispetto ai dati del 2016 si registra un incremento nel valore complessivo degli importi a base d'asta dei bandi pari a circa il 75%". "Nel 2020 il valore complessivo dei bandi di contratti pubblici, aventi importo pari o superiore a 40.000 euro, si è attestato poco sotto i 178,8 miliardi di euro, dato superiore dell'1,7% rispetto a quello del 2019 nonostante l'inevitabile rallentamento causato dalla pandemia». Rispetto al 2019 sono in crescita il settore dei lavori e delle forniture (rispettivamente +52,8% e +11,7% come importo dei bandi) mentre è in calo quello dei servizi (-30,7%). Altro nodo è quello della digitalizzazione, sul punto Busia è molto netto «Occorre puntare sulla digitalizzazione dell'intero ciclo di affidamento, dalla programmazione al collaudo, che troverà elemento centrale nella piena valorizzazione della Banca dati nazionale dei contratti pubblici». In questo senso sarà «essenziale l'istituzione del fascicolo virtuale dell'operatore economico, che l'Autorità intende sviluppare ampliando i servizi attualmente resi per la verifica dei requisiti di partecipazione alle gare, nella prospettiva di consentire alle stazioni appaltanti di utilizzare gli accertamenti in precedenza svolti da altri committenti». Con i fondi del PNRR si lavorerà per creare la piattaforma unica della trasparenza che consiste «in un punto di accesso unificato, gestito dall'Anac e basato sull'interconnessione con altre banche dati pubbliche, in grado di semplificare e rendere meno onerosa la pubblicazione dei dati, agevolando al contempo fruibilità e confrontabilità». Di qui la necessità anche da parte dell’Autorità di sviluppare rapporti collaborativi con le Pubbliche Amministrazioni e con le loro realtà aggregative più rappresentative; da questo punto di vista la pace con ASMEL vuole andare proprio in questa direzione.
Newsletter 263 -24/06/2021
Tegola per CONSIP: Consiglio di Stato annulla gara per servizi Colosseo
Il Consiglio di Stato ha annullato la gara Consip per la biglietteria e i servizi aggiuntivi del Colosseo. Tra le motivazioni della sentenza n. 2259/2021 della V sezione del Consiglio di Stato c’è quella per cui la “valorizzazione culturale” è un elemento determinante e prevale sulla considerazione del mero utile economico. La corte ha accolto il ricorso di una società del settore che chiedeva l’annullamento della gara indetta da Consip che aveva accorpato in un unico lotto i servizi di biglietteria per l’accesso al sito archeologico e i servizi di assistenza alla visita: ma aveva qualificato i secondi come prestazione secondaria rispetto ai primi, dando loro particolare rilievo nell’attribuzione dei punteggi per l’aggiudicazione. In realtà “l’amministrazione può esternalizzare a privati tali servizi, in quanto ciò risulti strumentale alla valorizzazione culturale dei siti culturali”.
Newsletter 263 -24/06/2021
Rischio burocrazia sui fondi del PNRR: troppi passaggi per spesa Comuni
Sui fondi del PNRR c’è il rischio che i fondi ai Comuni arrivino in ritardo. Le preoccupazioni degli Enti Locali riguardano in particolare il progetto “Sicuro, Verde e Sociale” nel quale si prevedono ben 12 passaggi prima che le risorse siano materialmente spendibili. Il piano infatti prevede che si parta da una «normativa primaria recante gli indicatori per il riparto delle somme fra le Regioni», poi c’è un «Dpcm attuativo del riparto», per continuare con «la pubblicazione dei bandi da parte delle regioni» per individuare le proposte di Comuni, ex Iacp ed Erp, la «predisposizione della programmazione da parte delle Regioni», la «trasmissione della programmazione» al ministero delle Infrastrutture, la «adozione del decreto ministeriale di approvazione della programmazione», l’«individuazione delle stazioni appaltanti da parte delle Regioni», l’affidamento, la progettazione esecutiva, la pubblicazione dei bandi per l’esecuzione dei lavori e l’aggiudicazione dei contratti. I primi fondi, spiega il cronoprogramma, dovrebbero essere spesi già nel 2021 ma con tutti questi passaggi i ritardi sono più che probabili.
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Crisi P.A.: blocco del turn-over, deficit formativo e carenza di personale
La Pubblica amministrazione italiana al 1° gennaio 2021 conta 3,2 milioni di dipendenti, 31mila in meno rispetto all'anno precedente (-0,97%), il minimo storico degli ultimi 20 anni. Secondo i dati della ricerca Fpa sul lavoro pubblico presentata in apertura di Forum Pa 2021, il personale pubblico ha un’età media elevata (50 anni di età), scarsamente aggiornata (mediamente 1,2 giorni di formazione per dipendente l'anno), in difficoltà ad offrire servizi adeguati a imprese e cittadini (il 76% degli italiani li considera inadeguati, mentre gli europei insoddisfatti sono il 51%). In forte controtendenza i dati dei Comuni ASMEL. Grazie agli appuntamenti online di formazione gratuita e alle partnership con l’Università di Napoli e il Politecnico di Milano negli ultimi anni i dipendenti dei Comuni soci hanno visto accrescere il proprio bagaglio di competenza di gran lunga al di sopra degli standard pubblici. Un successo premiato anche a livello europeo. La stagione del PNRR offre ora nuove opportunità di crescita anche alla luce del necessario ricambio che vedrà nel prossimo triennio almeno 300mila persone uscire dal pubblico impiego. Sulla formazione dei dipendenti pubblici l'Italia continua ad investire poco. Nel 2019, l'ultimo anno fotografato dalla Ragioneria dello Stato, l'investimento complessivo è stato di 163,7 milioni di euro, 110 milioni in meno rispetto a 10 anni fa, che corrispondono a una media di 1,2 giorni di formazione l'anno. Secondo i dati Istat la formazione è soprattutto su competenze tecnico specialistiche (45,2% dei partecipanti) e giuridico - normativa (30,9%), mentre solo una minoranza ha svolto corsi per accrescere competenze digitali (5%) o di project management (2,3%).
Newsletter 263 -24/06/2021
Semplificazioni 2021: la disciplina dell’intervento sostitutivo
Tra le novità introdotte dal Dl Semplificazioni 2021 continua far discutere la previsione della sostituzione del funzionario inerte, in relazione alla ritardata adozione del provvedimento amministrativo (art. 50, comma 2 del DL 77/2021). Con la modifica apportata con l'articolo 53 del Dl 77/2021, si rafforza l'istituto con la possibilità di adibire a tale funzione direttamente (anche) una unità organizzativa ma, soprattutto, si prevede non solo una possibile sostituzione del responsabile inerte a richiesta ma anche d'ufficio una volta, evidentemente, determinatosi il ritardo nel procedimento. In questo senso, la riscrittura del nuovo comma (9-ter dell'articolo 2 della legge 241/1990) prevede espressamente che «decorso inutilmente il termine per la conclusione del procedimento (…) il responsabile o l'unità organizzativa (…), d'ufficio o su richiesta dell'interessato, esercita il potere sostitutivo e, entro un termine pari alla metà di quello originariamente previsto, conclude» portando a conclusione «il procedimento attraverso le strutture competenti o con la nomina di un commissario». Questa previsione, ora, riguarda anche gli appalti collegati alle disposizioni sulla ripresa economica finanziati in tutto o in parte dai relativi provvedimenti.
Newsletter 263 -24/06/2021
Premi ai Dirigenti della PA: dal 2022 cambiano i criteri
Le indennità di risultato dei dirigenti vanno differenziate, a precisarlo è un recente parere ARAN AFL 38 volto a premiare quelli che, entro una quota limitata, hanno avuto la valutazione più elevata. Le nuove regole valgono a partire dalla performance del 2021, quindi di fatto nel 2022. Di conseguenza, l’indennità di risultato dei dirigenti del 2020 che viene normalmente erogata nel corso del 2021 non è influenzata da questa disposizione. La seconda indicazione è che l’applicazione di questa disposizione richiede che il contratto collettivo integrativo abbia definito sia il numero dei dirigenti che possono ricevere il compenso aggiuntivo per avere ottenuto la più elevata valutazione sia la misura della differenza che deve essere loro riconosciuta. L'ultima indicazione contenuta nel parere è che la disciplina di questo istituto è rimessa alla contrattazione decentrata degli aspetti normativi, quindi con una valenza triennale riferita all'arco temporale 2021/2023.
Newsletter 263 -24/06/2021
CGUE: No all’esclusione se l’ausiliaria ha dichiarato il falso
La Corte di giustizia dell'Unione europea, con la sentenza del 3 giugno 2021, ha sancito che l'esclusione da una procedura di gara di un offerente per false informazioni fornite dall'impresa ausiliaria, rappresenta una sanzione eccessiva che viola il principio di proporzionalità affermato dal considerando 102 della direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici («lievi irregolarità dovrebbero comportare l'esclusione di un operatore economico solo in circostanze eccezionali») e l'articolo 57 della medesima direttiva nella parte in cui sancisce che 1) l'amministrazione aggiudicatrice «può imporre o essere obbligata dallo Stato membro a imporre che l'operatore economico sostituisca un soggetto per il quale sussistono motivi non obbligatori di esclusione»; 2) un operatore economico «può fornire prove del fatto che le misure da lui adottate sono sufficienti a dimostrare la sua affidabilità nonostante l'esistenza di [un] motivo di esclusione». L'Alta Corte ha confermato l'orientamento della giurisprudenza euro unitaria secondo cui:
1) l'amministrazione aggiudicatrice, ancor prima di esigere da un offerente la sostituzione di una impresa ausiliaria, deve consentire all'offerente la possibilità di presentare le misure correttive eventualmente adottate al fine di rimediare all'irregolarità constatata (CGUE, sentenza 3 ottobre 2019, Delta Antrepriză de Construcţii şi Montaj 93, C-267/18, EU:C:2019: 826, punto 37);
2) nell'applicare la normativa nazionale in tema di cause di esclusione dalla gara, le amministrazioni aggiudicatrici devono prestare particolare attenzione al principio di precauzione, specialmente qualora l'esclusione colpisca l'offerente non per una violazione ad esso imputabile, bensì per una violazione commessa da un soggetto sulle cui capacità egli intende fare affidamento e nei confronti del quale non dispone di alcun potere di controllo (CGUE, sentenza 30 gennaio 2020, n. C-395/18).
Newsletter 263 -24/06/2021
Dibattito Pubblico: pubblicate le Linee Guida
Il ministero delle Infrastrutture ha approvato e pubblicato le linee guida sulle modalità di espletamento del Dibattito Pubblico a firma della presidente della commissione nazionale Caterina Cittadino.
Il documento non contiene i riferimenti alle recentissime novità del Dl Semplificazioni per gli appalti del Pnrr ma si richiama alla procedura e alle scadenze indicate dal codice appalti "pre-Dl 77". Resta tuttavia un utile documento riassuntivo a beneficio delle amministrazioni che - obbligatoriamente ma anche facoltativamente - avviano un percorso partecipativo legato alla realizzazione di un'opera pubblica.
La Raccomandazione indica tutti gli oneri e i compiti in capo a una figura chiave del processo, cioè il coordinatore del dibattito pubblico, al fine di realizzare «alcune attività ritenute fondamentali per favorire un procedimento di qualità»: dalle analisi preliminari alla mappatura di gruppi e comitati (con relativo ascolto dei rispettivi orientamenti); dall'«approfondimento dei nodi tematici più controversi o conflittuali» alla «risposta puntuale ai dubbi e alle richieste del territorio». «Il coinvolgimento - si legge nel testo - deve essere il più ampio possibile e deve riguardare singoli e associazioni, garantendo la presenza agli incontri e la possibilità di intervenire, presentare memorie e documenti». Ogni fase del procedimento deve essere caratterizzata da una «interlocuzione trasparente e costante» dell'amministrazione procedente, eventualmente «attraverso forme efficaci di pubblicità e di diffusione tra il pubblico delle iniziative in atto e di ogni documento utile». Il documento della commissione segnala anche uno delle grandi questioni con cui bisogna fare i conti, e cioè la divulgazione, accessibile a tutti, degli aspetti tecnici e ingegneristici sui quali tutti hanno il diritto di conoscere, valutare e di poter esprimere un'opinione: «rendere intelligibili per chiunque anche aspetti molto complessi e offrire motivazioni convincenti». Come chiarisce ancora il documento, gli oneri economici del procedimento sono a carico della stessa progettazione.
Newsletter 263 -25/03/2021
Stop al Codice dei Contratti: brava l’Antitrust!
I Comuni italiani accolgono con grande favore la proposta dell’Autorità Antitrust di sospendere il Codice appalti e applicare solo le direttive Ue per realizzare gli investimenti del Recovery plan.
ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, ha segnalato sin dal 2015 il rischio, poi concretizzatosi, di un appesantimento del sistema appalti pubblici causato dal farraginoso recepimento delle Direttive europee.
I Comuni italiani accolgono con grande favore la proposta dell’Autorità Antitrust di sospendere il Codice appalti e applicare solo le direttive Ue per realizzare gli investimenti del Recovery plan.
ASMEL, l’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali, ha segnalato sin dal 2015 il rischio, poi concretizzatosi, di un appesantimento del sistema appalti pubblici causato dal farraginoso recepimento delle Direttive europee.
Anziché applicare la tecnica del copy out, utilizzando solo le norme essenziali europee in linea con quanto avvenuto in Germania e Regno Unito dove le Direttive Appalti sono state trasposte con poche procedure e senza rilevanti aggiunte di requisiti, in Italia si è preferito seguire la via di un’iper-regolamentazione che comprime l’autonomia delle Stazioni Appaltanti, provocando forte incertezza normativa. Tanto più che questo approccio anticorruttivo si è concentrato sui controlli ex-ante che ritardano l’inizio delle attività con una lunga lista di adempimenti burocratici da rispettare per Stazioni Appaltanti e imprese.
Col risultato di un Codice in parte sospeso o che non ha ancora trovato attuazione e in parte in vigore, complicando l’interpretazione delle norme e la loro conoscibilità. Sono ormai cinque anni che si arranca cercando deroghe e commissariamenti a un proliferare di disposizioni che impediscono alle Amministrazioni di operare con trasparenza nel pieno rispetto delle Direttive Europee.
Per non sprecare i fondi del Recovery e dei tanti piccoli investimenti fermi negli Uffici Tecnici comunali la strada è una sola: disapplicare il Codice dei contratti pubblici facendo un rinvio organico alle Direttive europee e rendendo le stesse immediatamente applicabili senza ulteriori vincoli all’efficienza e alla trasparenza. In questo contesto andrebbero integrati trasversalmente anche i processi di digitalizzazione dei contratti pubblici.
Il ruolo dell’ANAC stessa dovrebbe essere reinterpretato per evitare che funga da freno e da alibi alle inefficienze focalizzando il suo intervento sulla gestione dei controlli post gara e sulle modalità di esecuzione.
Il Paese ha bisogno di regole, non di codicilli; ha bisogno di efficienza, non di formalismi burocratici; ha bisogno di vedere valorizzate le Autonomie, non di un dirigismo centralista che vuole imporre modelli desueti e inefficienti.
Su questa sfida i Comuni italiani ci sono. Metteteli alla prova!
Newsletter 263 -24/03/2021
PNRR, I COMUNI: URGENTE LA SEMPLIFICAZIONE
«Prima ancora dell’ennesimo elenco della spesa, occorrono procedure semplificate per dare credibilità alla nostra capacità di spendere i fondi del Recovery Plan. Tanto vale sospendere il nostro aggrovigliatissimo Codice Appalti ed affidarci alle regole europee, già oggi norme di rango superiore rispetto a quelle italiane».