L’Autorità Anticorruzione denuncia come infondate tutte le critiche esposte in una lettera aperta con le firme di 300 Sindaci - aderenti ad ASMEL, un’Associazione di Comuni che ne associa 4.400 in tutt’Italia - raccolte nel corso della settimana santa.
Con un post apparso mercoledì sera sul proprio sito ufficiale richiama “il caso ASMEL” per far sapere che la digitalizzazione degli appalti, avviata il primo gennaio scorso, “ha superato le prime settimane di rodaggio, e ora è quasi a regime, a vantaggio di tutti, in particolare dei Comuni e dei piccoli Comuni”.
“L’Autorità tratta i primi cittadini come sprovveduti e incompetenti” ribatte Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL, “e sostiene che il sistema funziona a loro vantaggio, ma a loro insaputa. L’indignazione sta montando a tal punto che in poche ore la raccolta firme è schizzata a quota 500”.
Anche ASMEL è ricorsa ad un post sul proprio sito in cui, tra l’altro, si chiede retoricamente: Se il sistema funziona così bene, perché ANAC ha disposto le deroghe alla legge esposte nella lettera aperta? ANAC può sostituirsi al legislatore? Perché ricorda che nel primo trimestre 2024 si sono svolte oltre un milione di gare ma non dice che occorre aumentare questo valore del 30 per cento per ottenere quello del primo trimestre dell’anno trascorso? Perché l’Autorità garante della trasparenza non accetta il pubblico confronto richiesto dai primi cittadini?